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La riforma fiscale spagnola rappresenta un antidoto alla crisi?

lentepubblica.it • 17 Novembre 2014

Un processo di riforma strutturale in grado di alleggerire il peso delle trattenute mensili sullo stipendio di ogni dipendente per le imposte sul reddito.  Sulla valenza di questo progetto, a cui il governo sta lavorando sin dall’inizio del suo mandato elettorale, si è soffermato il Segretario di Stato per le Finanze, Miguel Ferre, nel corso di un incontro con le associazioni di categoria dei consumatori e delle imprese organizzato dalla presidenza del consiglio dei ministri.

Risorse in più per i contribuenti
La riduzione delle tasse prevista tra le altre modifiche fiscali permetterà di garantire risorse aggiuntive per 9.000 milioni di euro, a partire dal prossimo gennaio, a tutto vantaggio dei contribuenti. La riduzione media delle imposte sul reddito delle persone fisiche sarà del 12,5% ma la maggior parte dei vantaggi si concentrerà sui redditi medio-bassi. Il 72% dei contribuenti potrà contare su una riduzione media del 23,5%. Un volano per l’economia che contribuirà ad aumentare il consumo interno, generando una crescita aggiuntiva del Pil di 0,55 punti.

Un decreto in via di approvazione
Ferre ha sottolineato che il governo ha già messo a punto un decreto che consentirà  alle imprese di disporre di strumenti economici per ridurre le ritenute fiscali ai lavoratori a partire dall’inizio del prossimo anno. L’obiettivo è approvare il decreto, ancora in forma di bozza, subito dopo il visto definitivo alla riforma fiscale, approvazione prevista per la fine di novembre.
Il decreto che punta a modificare la disciplina tributaria sull’Irpef adatta lo schema delle ritenute salariali agli sgravi fiscali di cui potranno beneficiare circa venti milioni di contribuenti. Inoltre ribassa dal 21% attuale al 20% nel 2015 e al 19% nel 2016 il tasso fisso sui rendimenti da risparmio, sulle attività professionali e su quelle economiche. Gli amministratori di aziende il cui fatturato è inferiore a centomila euro potranno verificare i vantaggi di una operazione che mira ad abbassare le ritenute dal 42% di oggi al 20% nel 2015 e al 19% nel 2016.

Le deduzioni per le imposte negative
Il progetto di regio decreto, ha ricordato Ferre, stabilisce anche i requisiti delle nuove deduzioni per le cosiddette “’imposte negative” applicabili alle famiglie numerose o con persone a carico con disabilità. Ferre ha sottolineato che 750mila famiglie ne potranno usufruire acquisendo il diritto di poter beneficiare di 1.200 euro per ciascuna delle circostanze per cui si acquisisce il diritto ad una detrazione.

I vantaggi per le imprese
Il Segretario di Stato ha sottolineato che i cambiamenti normativi operati dalla nuova riforma fiscale serviranno anche a promuovere la capitalizzazione delle imprese e a migliorare la competitività: l’aliquota generale dell’imposta sulle società sarà ridotta dal 30% al 28% nel 2015 e al 25% nel 2016. Per le piccole e medie imprese sarà creata una riserva di capitalizzazione (una diminuzione della base imponibile pari al 10% per incrementare fondi proprietari) che andrà a sostituire l’attuale detrazione per il reinvestimento dei benefici d’impresa.
Le PMI avranno anche accesso a una nuova riserva di livellamento. Si tratta di una riduzione del 10% del reddito imponibile con un limite di un milione di euro. Utilizzando le due riserve (di capitalizzazione e di livellamento) le PMI possono ridurre il loro gravame fiscale al 20,25%. Inoltre  la riforma fiscale mantiene il regime speciale dei soggetti di ridotte dimensioni che offre altri vantaggi come ad esempio quelli sugli ammortamenti.

I vantaggi per i lavoratori autonomi
Il segretario di Stato ha anche sottolineato i miglioramenti inclusi nella riforma fiscale per gli autonomi, tra cui la riduzione delle ritenute. Circa 325mila lavoratori autonomi, con guadagni inferiori ai 15mila euro, stanno già beneficiando da luglio di riduzioni sulle ritenute dal 21% al 15%. I restanti godranno di una riduzione dal 21% al 20% nel 2015 per arrivare al 19% nel 2016.

Effetti benefici sulla tassazione del risparmio
La riforma dell’imposta sul reddito comprende anche una riduzione della tassazione del risparmio e nuovi strumenti  per potenziare il risparmio nel medio e lungo termine. Pensando ai piccoli e medi risparmiatori, il governo ha messo a punto un nuovo strumento in grado di fornire benefici fiscali e rappresentare in tal modo un’alternativa, o un complemento, agli attuali piani pensionistici o ad altre forme di risparmio gestito.

 

 

FONTE: Fisco Oggi – Rivista Telematica dell’Agenzia delle Entrate

AUTORE: Silvano Forte

 

 

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